La storia della Scuola Popolare di Musica di Testaccio ha inizio nel 1975 in un particolare clima sociale e politico, quando nel quartiere romano un gruppo di energici e vivaci musicisti occupò un locale abbandonato in via Galvani, con l’intento di partecipare al recupero del quartiere. Dopo il referendum del 1974 e le amministrative del 1975, nella Capitale iniziarono infatti i primi tentativi di sperimentazione culturale; i locali scelti per queste attività erano abbandonati da anni e usati come nascondiglio di refurtiva dalla piccola malavita della zona. Erano in pessime condizioni: fatiscenti, sporchi e pieni dei tipici grossi uncini usati precedentemente per mantenere i pezzi di carne tenuti nelle filiali del vicino Mattatoio. Così i primi lavori di recupero coinvolsero musicisti, teatranti e futuri insegnanti, insomma: tutti gli interessati, indipendentemente dalle loro competenze artistiche.
Le attività musicali partirono subito, in parte ospitate nel Teatro Spazio Zero. In particolare l’Orchestra Aperta, una grande formazione a carattere didattico, diretta di volta in volta dai vari insegnanti, tra cui Bruno Tommaso, Maurizio Giammarco, Giancarlo Schiaffini, e la Banda, diretta da Tommaso Vittoriani.
Subito dopo presero il via i primi corsi di strumento, all’epoca collettivi, con un grande spazio dedicato alla musica d’insieme. Gli abitanti di Testaccio avevano la precedenza nell’iscrizione ai corsi e accesso gratuito ad alcuni laboratori e partecipavano a manifestazioni, concerti e alla banda di quartiere. Prima ancora di avviare le attività la scuola aveva già 147 iscritti e 20 insegnanti. Al termine del primo anno (1 marzo - 30 giugno 1975) gli iscritti erano circa 250 e un numero pari di persone rimase in lista di attesa, per problemi di spazio.
Con l’aumentare delle richieste di iscrizione e l’interesse sempre maggiore da parte dei romani nei confronti delle attività, la scuola cambiò anche la sua l’identità e nel giro di due anni si dovettero addirittura bloccare il numero degli iscritti a 450. Concerti e incontri nelle borgate romane si trasformarono in attività permanenti: il musicista per come lo intendeva l’associazione, scendeva dal palco e andava in giro per strada a coinvolgere, aggregare e animare il quartiere e la città.
Si svilupparono e perfezionarono metodologie didattiche originali; l’associazione quindi si caratterizzò per essere una delle più importanti realtà romane impegnate nella didattica musicale e anche per le molte iniziative di promozione musicale: produzioni artistiche, organizzazione di spettacoli e rassegne, allestimenti di mostre, convegni e iniziative in ambito culturale ed artistico. Queste attività conferirono alla Scuola un ruolo storico significativo legato allo sviluppo di spazi per l’attività musicale, alla diffusione e conoscenza di generi musicali poco diffusi ed alla valorizzazione delle iniziative giovanili.
Nel giro di pochi anni si fece conoscere anche in ambito europeo: è del 1983 la tournée dell’opera “Il Regalo dell’Imperatore” di Giovanna Marini. Nel 1981 nuove forze entrarono nell’assemblea dei soci: insegnanti da tempo operanti come Giovanna Marini e studenti, alcuni dei quali futuri insegnanti o operatori attivi nella gestione, tra cui Roberto Ottini, Marco Tiso, Antonella Talamonti, Danilo Terenzi, Francesco Badaloni, Riccardo Fassi, Enrico Casularo, Andrea Alberti.
Nel 1983 si inaugurò la Biblioteca. Attualmente dotata di oltre 9.000 titoli e un’importante donazione, il Fondo Furlan, composta da manoscritti ed inediti del XVIII e XIX secolo. Nel 1984-85 gli iscritti erano ormai più di 700 e le richieste si erano fatte sempre più diversificate ed eterogenee. Nello stesso anno si avviò il Settore Bambini con un “Corso per bambini” dai 4 agli 11 anni. Si istituì inoltre una Commissione Didattica per monitorare e garantire la qualità dell’insegnamento.
A partire dagli anni 90 sono stati realizzati progetti europei di interscambio e promozione artistica e si sono costituiti spontaneamente Testaccio France, Testaccio Belgique, Testaccio Suisse, Testaccio Espagne, associazioni europee che si impegnano a realizzare iniziative culturali in linea con l’impostazione della Scuola.
Arriviamo al presente: il prossimo 5 Ottobre si avvierà un altro anno accademico e la Scuola compierà 35 anni. Senza dubbio questa organizzazione ha contribuito a modificare e forgiare il panorama della didattica musicale italiana. Attualmente è riconosciuta dal Comune di Roma, organizza corsi e seminari riconosciuti dal Ministero della Pubblica Istruzione, percepisce da oltre venti anni un contributo per attività concertistiche dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è socio fondatore del CARM - Coordinamento Associazioni Concertistiche Romane, è socio fondatore del Coordinamento Scuole Popolari di Musica Romane, è fondatrice dell’associazione europea Testaccio Europa nata su iniziativa di Giovanna Marini e che conta, al momento attuale, sedi in Francia, Belgio e Svizzera sviluppando la conoscenza e la pratica della musica e della tradizione popolare in Europa.
Ho pensato, per l’occasione, di intervistare Franca Renzini, addetto stampa e “portavoce” della Scuola.
- MI PIACEREBBE SAPERE QUANTI ALLIEVI SI SONO ISCRITTI DA VOI NEGLI ULTIMI TEMPI E SE CON LA CRISI ECONOMICA SONO DIMINUITI O PIUTTOSTO AUMENTATI.
Considera che la media di frequenza ogni anno è di 1.000 allievi, quindi con punte di 1100-1200 e verso la fine dell’anno si scende a 700-800. Quanti effettivamente si iscrivono non saprei dirlo ma sono molti di più di quelli che poi frequentano regolarmente: in una situazione così “affollata” capita che qualcuno si sposi o abbia dei figli e in seguito abbandoni lo studio, c’è chi si trasferisce in un’altra città per lavoro, altri si rendono conto di non riuscire a studiare lo strumento perché a un certo punto dell’anno (in genere verso Natale) si accorgono di aver preso troppi impegni. E come sappiamo uno strumento va studiato, non basta frequentare un corso!
- QUINDI TI RISULTA SIANO PIÙ QUELLI CHE PROSEGUONO IL PERCORSO DI STUDIO O QUELLI CHE LO ABBANDONANO?
Sicuramente sono molti di più quelli che rimangono. Anzi, a volte, quelli che hanno interrotto risolti i loro problemi, tornano. È anche successo che qualcuno abbia abbandonato per entrare al conservatorio e sia tornato una volta ottenuto il diploma per frequentare i laboratori di musica insieme. Qualcuno incontra difficoltà nel sostenere la quota: la nostra scuola è privata e quindi si regge sulle quote degli allievi. I finanziamenti che riceviamo sono solo sui progetti, quindi sulle rassegne di concerti o conferenze (dove peraltro spendiamo più di quello che entra! Ma rientra nel piano didattico, per noi i concerti sono molto importanti).
- QUANTO CONTA IL LATO UMANO, LA CAPACITÀ DI STAR VICINO AGLI STUDENTI NELL'INSEGNAMENTO DELLA MUSICA E QUANTO LA SEVERITÀ ED IL RIGORE NELL'APPRENDIMENTO?
Bella domanda! La scommessa è proprio questa. Visto che la partecipazione dell’allievo è volontaria e che non vengono rilasciati diplomi è molto importante trovare la via giusta. Innanzitutto bisogna sapere che la scuola si avvale di molti metodi di insegnamento che fino a qualche anno fa erano sconosciuti a livello “istituzionale” (intendasi conservatorio, per esempio...). Oggi, metodi come Dalcroze, Orff e anche Gordon sono riconosciuti e applicati anche al di fuori delle scuole di musica, tanto che addirittura siamo noi a fare formazione per gli insegnati delle scuole (riconosciuti dal MIUR). Questi metodi sono molto interessanti perché avvicinano alla musica in modo coinvolgente utilizzando l’intero corpo. Quindi la scommessa è riuscire ad integrare le varie metodologie e crearne una nuova, in continua evoluzione. E su questo la scuola è sempre stata molto attenta. Così, per rispondere alla tua domanda, è molto importante la capacità di star vicino agli allievi ma anche la capacità di coinvolgimento e di comunicazione.
Considera che le classi degli adulti sono molto variegate, soprattutto per quanto riguarda i corsi di teoria musicale. Si va dai 15 anni di età circa ai 90 (dico davvero!). E ognuno ha il proprio bagaglio di esperienza. A volte c’è chi già suona e non sa leggere la musica vicino a chi non ha mai toccato uno strumento. Oppure chi è appassionato e ascolta almeno un’opera al giorno e allora ha altri riferimenti. Il bello sta proprio qui!
Per la lezione individuale di strumento è più semplice, l’allievo si trova da solo con l’insegnate e il confronto è diretto. Però qui si crea anche l’ostacolo maggiore, perché si scopre, a volte “con sorpresa”, che lo strumento va studiato... C’è da dire che la scuola risponde ad un eventuale scoraggiamento iniziale offrendo solidarietà e soprattutto tanti spazi dove incontrarsi e suonare con gli altri e quindi stimolando l’allievo a studiare per poter partecipare più attivamente alle iniziative. A volte, poi, nascono gruppi autogestiti all'interno della scuola.
- QUALI “NOMI” NEL CAMPO MUSICALI SONO USCITI DALLA VOSTRA SCUOLA?
Dunque, i primi nomi che mi vengono in mente sono Daniele Tittarelli, ottimo jazzista molto richiesto e Rosalia De Souza, cantante che ha collaborato anche con l’orchestra del Parco della Musica. Poi Tiziano Ruggeri, Enrico Bracco, Armando Sciommeri ottimi musicisti. E ancora Mario Raja e Marco Tiso arrangiatori e direttori d’orchestra. Toni Germani, Antonello Sorrentino e Marco Siniscalco... Tutti questi nomi forse non sono noti al grande pubblico ma lo sono agli addetti ai lavori. Fanno parte di orchestre, produzioni teatrali, televisive, ecc...
- QUAL È LO STRUMENTO PIÙ STUDIATO?
Allora, gli strumenti più studiati in realtà sono tre: voce, piano, chitarra... in ordine di densità... Ma ci vantiamo anche di corsi estremamente particolari: considera che abbiamo un corso di launeddas, tipico strumento sardo costruito con semplici canne e siamo gli unici a Roma. E questo ci riempie di orgoglio!
- COSA NE PENSI DELLA SITUAZIONE DELLA MUSICA ITALIANA: È IN CRISI, C'È POCA ATTENZIONE NEI CONFRONTI DELLA PRODUZIONE NAZIONALE A FAVORE DI QUELLA ESTERA?
Ahi ahi, anche questa è una bella domanda e la risposta potrebbe essere molto soggettiva a seconda dell'interlocutore! Quindi ti dico secondo me... la musica è in crisi, certo. Come lo è l’espressione artistica in generale in un momento di crisi di un intero Paese. Crisi materiale ma anche morale. Il problema della produzione estera a confronto di quella nazionale sembra al momento un problema lontano. Esiste sicuramente, ma qui siamo a chiederci se sopravviveremo. L’idea di tagliare i fondi del FUS ne sono un esempio illuminante. Ecco, forse mi consola il constatare che gli allievi si vengono ancora ad iscrivere, che rimanga comunque una voglia sostanziale al di là del restringimento dei fondi di ognuno. Anche dei nostri, infatti stiamo facendo i salti mortali per non aumentare troppo le quote, mentre fuori tutto costa il doppio, dai canoni di locazione, alle manutenzioni di fotocopiatrici e altri macchinari, alla riparazione di strumenti musicali ecc...
Quindi per riassumere la musica è in crisi (hai visto il video di Brunetta che inveiva contro gli orchestrali?) come è in crisi l’arte in generale e come sempre accade in momenti bui, per ovvie ragioni. Credo che la parola d'ordine sia resistere...
- FAMMI UN ACCENNO AI PROGETTI DELLA SCUOLA PER IL PROSSIMO ANNO!
Ci sarebbe davvero tanto da dire! La scuola anche quest’anno proporrà le proprie rassegne di concerti all’interno del mattatoio. Si parte con il concertone al Palladium il 21 Ottobre che è un po’ una festa e si prosegue con la rassegna Contaminazioni a Novembre. Poi seguiranno i concerti di Musica e Musica e quelli per i Bambini e le conferenze-concerto Radici. Al momento si sta lavorando su una nuova proposta di Freon (che è il settore che si occupa di musica contemporanea) che coinvolga anche gli insegnanti e i laboratori della scuola per almeno 6 week end di laboratori, installazioni, performance, musica, ecc...
Per quanto riguarda i corsi quest’anno partirà una nuova orchestra (già ne abbiamo due jazz, un'orchestra d’archi, due bande...). Insomma, lavoriamo tanto e sempre con grande entusiasmo!
A cura di Laura Mancini
Musica